BASTONCINI DA TREKKING: Leggere
attentamente le istruzioni e le modalità d’uso
Testo e foto di Fiorenzo Rossetti ( ANE – EAI)
Non vi è escursionista o trekker (la differenza può essere fatta a seconda che la camminata duri uno o più giorni) che si rispetti che non utilizza per le proprie esplorazioni montane i bastoncini. In principio ci si affidava ad un solo bastone, quello che ci divertivamo ad intagliare nel legno di qualche bel ramo d’albero, poi abbiamo preso in prestito i bastoncini degli amici che praticavano lo sci da discesa, di fondo o scialpinismo. Ora ne esistono di tanti modelli, colorati, leggeri, leggerissimi e superleggerissimi, ammortizzati, e perfino con la piccozza incorporata nell’impugnatura.
Prima di tutto va detto che questo articolo dovrebbe essere sottotitolato “Quando la cura è peggio della malattia” e credo che sia doveroso dare ai nostri
Soci e a quanti amano camminare in montagna, alcuni consigli sull’uso di tale attrezzatura tecnica.
Mi è infatti già capitato di vedere un amico cadere (per “solo” per tre metri) per colpa di un “banale” utilizzo dovuto ai laccioli stretti ai polsi. Se la cavò con una caviglia gonfia e un ginocchio sbucciato. Questa esperienza mi portò ad accentuare in maniera severa sull’uso dei laccioli e bastoncini durante i corsi di escursionismo.
Nell’escursionismo su neve, il concetto di non infilare ai polsi le cinghiette è assolutamente fondamentale ed evidente: nel caso si venga travolti da una valanga, i bastoncini potrebbero fare girare e spezzare gli arti superiori. Ma la regola di non infilare mai ai polsi i laccioli dei bastoncini deve essere necessariamente seguita sempre. Con i laccioli ai polsi, se ad esempio lungo il sentiero si incespica rischiando di cadere, il nostro istinto ci porta ad usare le mani per riparare la caduta, ma avendo le mani vincolate, che si prolungano artificialmente fino a terra tramite i bastoncini, la manovra non funziona e anzi i bastoncini funzionano come leva propulsiva che ci sposta violentemente dalla parte in cui il nostro peso si è sbilanciato. Il risultato è simile al gesto atletico del saltatore con l’asta.
Non si vuole demonizzare i bastoncini, che anzi sono vivamente consigliati nella pratica escursionistica. Pensate che durante una escursione di otto ore, ibastoncini tolgono circa 7 Kg di peso ad ogni passo, per un totale di 250 tonnellate! Questa forza peso viene ad essere sottratta a vantaggio della salute dell’articolazione del ginocchio, dell’anca e delle caviglie. Ottimo se si pensa anche al peso dei nostri zaini. Uno o due bastoncini? Sicuramente per non sviluppare solo una parte del corpo, avere minore stabilità ed essere sbilanciati nella marcia, occorre utilizzare due bastoncini.
Altri vantaggi dell’avere “quattro zampe” consistono nell’acquisizione di stabilità ed equilibrio (su terreni scivolosi, in discesa), il mantenimento della postura eretta e la maggior spinta in progressione. Si riesce inoltre (carenza dello ”sport” escursionismo) a fare lavorare i muscoli della parte superiore del corpo, in primis le braccia, e inoltre si migliora l’efficienza respiratoria (fondamentale per una attività aerobica quale l’escursionismo). Il consumo energetico aumenta un poco, permettendoci di migliore la linea. In inverno per poter montare un campo sulla neve, ho utilizzano i bastoncini per ancorare la tenda al suolo innevato. Qualcuno li ha anche usati per tenere a bada qualche mordace cane.
L’importante, come si diceva, è usare questa attrezzatura nel modo corretto. Se dovete compiere tratti pianeggianti occorre regolare l’altezza dei bastoncini (altro grande consiglio, abbandonate i vecchi bastoncini da sci e acquistate i bastoncini telescopici a tre sezioni) in modo tale che, assunta una posizione eretta, stretta in mano l’impugnatura del bastoncino e appoggiato il puntale a terra, l’angolo formato tra il vostro braccio e avambraccio disegni un angolo di circa 90 gradi. Se invece il tratto di sentiero è in salita o in discesa dovete rispettivamente abbassare e alzare l’altezza dei bastoncini. Quando il terreno è in forte pendenza e occorre mettere le mani sulla roccia, allora li dovete richiudere (ecco l’importanza dei bastoncini telescopici) e riporre all’esterno dello zaino, sempre con le punte in basso, o all’interno (attenzione a quando c’è un temporale, il fenomeno fisico detto “potere delle punte” rende pericolosi tali attrezzi). In caso di traverso, si può regolare l’altezza del bastoncino a monte più bassa rispetto a quello a valle. Per chi non vuole impazzire troppo è meglio usare la regolazione che si è fatta per l’uso in tratto piano. Occorre fare anche attenzione a non arrecare danni (facendo inciampare o “infilzando”) ai compagni di escursione che vi precedono e seguono, mantenendo una opportuna distanza di sicurezza. Ma soprattutto attenzione a non infilare al polso i laccioli (sarebbe ammissibile inserire solo la parte metacarpale della mano). La rondella finale di diametro maggiore per il periodo invernale aggiunge un’ulteriore vantaggio alla marcia, e cioè non affonda il bastoncino nella neve e contribuire al galleggiamento.
La manutenzione dei bastoncini è essenziale, ed essendo un’attrezzatura da montagna al pari di corda, imbraco e ramponi, va scrupolosamente curata. Quindi dopo una escursione è meglio smontare le tre sezioni del bastoncino affinché si asciughi perfettamente, evitare l’uso di oli e altre sostanze, e verificare i sistemi di bloccaggio (sarebbe molto pericoloso che il bastoncino si richiudesse all’improvviso durante una discesa).
Un consiglio importante: imparare a muoversi in montagna senza bastoncini, questo per acquisire il senso dell’equilibrio. L’uso di questo attrezzo deve allora essere solo obbligatorio per gli anziani, soggetti in soprappeso, a chi ha problemi alla schiena e alle articolazioni e se si devono compiere trek lunghi e con zaini pesanti.
Quindi quando incontrerete il prossimo spiritoso profano della montagna che vi farà l’ennesima battuta “ma dove hai lasciato gli sci!?”, pensate solo a quante bei servizi vi fanno quelle due zampette in più.